Mi sono diplomato presso la scuola triennale di Musicoterapia C.M.T. di Milano aderente alla CONFIAM (Confederazioni Italiana Associazioni e scuola di Musicoterapia).
Il metodo di riferimento è quello di Benenzon (riconosciuto al IX congresso mondiale di musicoterapia di Washington 1999), che si basa principalmente sul concetto di ISO (identità sonora) che è “un insieme infinito di energie sonore, acustiche e di movimento che appartengono a un individuo e che lo caratterizzano” (Benenzon et al., 1997) . Attraverso l’interazione tra due o più persone mediante oggetto intermediario (strumento musicale, corporeo e/o vocale) avviene la scarica delle proprie energie, generando passaggi comunicativi non-verbali che costituiranno la relazione. Il metodo viene applicato in presenza di uno specialista, il musicoterapeuta, che aiuterà i presenti nell’entrare in contatto con le produttività sonore.
La musicoterapia propone, mediante l’utilizzo della musica e dei suoi elementi, di scoprire a fondo la propria identità, e di promuovere il superamento e la presa di consapevolezza dei propri bisogni fisici, mentali, sociali, cognitivi. Il tentativo e la possibilità di raggiungere la nostra identità per mezzo di pratiche musicali, creando un contatto consapevole, che ci permette di conoscere le nostre sensazioni e denominare le nostre emozioni.
A che scopo? al fine di accettarsi per quello che si è.
Per praticare la Musicoterapia non è richiesta nessuna competenza musicale, ma la disponibilità a lavorare su se stesso, costruendo in accordo con il musicoterapeuta un percorso utile al raggiungimento di obiettivi personali, attraverso pratiche attive e/o ricettive (di esecuzione e/o di ascolto) creando in sinergia momenti benefici. Lo scopo, infatti, non è quello di suonare bene, ma di vivere consapevolmente il momento. L’attività è rivolta a tutti, a partire dalla prima infanzia fino all’età anziana, alle famiglie ed anche agli abili diversamente.